Livorno, 1880 – 1947
Nato a Livorno, a diciotto anni conosce il pittore Ugo Manaresi e decide di abbandonare l’attività paterna di spedizioni marittime per dedicarsi interamente all’arte. Inizia dipingendo dal vero, e scopre ben presto la predilezione per le marine: il porto, i fossi medicei, i velieri, i pescatori livornesi, diventano la sua principale fonte d’ispirazione. È inizialmente influenzato dall’ascendenza macchiaiola del maestro, che traduce però con accentuazioni divisioniste e maggiori semplificazioni. Nel 1908 espone all’Accademia di Firenze. Si confronta anche con soggetti rurali, lavorando, negli anni della Prima guerra mondiale in Maremma, nel paese di Bibbona. Nel 1920 è tra i fondatori del Gruppo Labronico. Durante la Seconda guerra mondiale la casa livornese dei Renucci è distrutta da un bombardamento e il figlio Raul muore in mare, nel 1943.
Nonostante i drammi subiti, ai quali si aggiunge la progressiva sordità, continua a dipingere. Si trasferisce a Bibbona e, tra le sue ultime opere, predominano i paesaggi campestri. Vuole trascorrere gli ultimi mesi di vita nell’amata Livorno, dove muore nell’aprile 1947. Pittore dal senso decorativo molto forte, fu probabilmente il più manierista tra gli artisti di spicco del Gruppo Labronico e per questo, durante la sua vita, non ottenne quel riscontro di critica che in certe sue espressioni di punta avrebbe forse meritato. Si trasferisce a Bibbona e, tra le sue ultime opere, predominano i paesaggi campestri.
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