Nauheim, 1950
Raggiunge la notorietà grazie a grandiose installazioni su larga scala con sculture seriali in vasti spazi pubblici. È considerato uno “stratega d’attacco di un certo tipo di arte pubblica di nuova generazione”. Le sue opere scultoree sono volutamente prodotte in infiniti multipli, questo perché, per Hörl l’arte deve essere per tutti e alla portata di tutti, promuovendo la democratizzazione della scultura come nessun’altro artista fino ad ora aveva mai fatto. Intorno alla metà degli anni ’70, ha iniziato a utilizzare le sue opere per esplorare questioni sulla dimensione dell’arte, nonché questioni epistemologiche riguardanti la natura della scultura e le leggi intrinseche dell’arte; cercando di valutare sia il suo significato e funzione sociale, sia il ruolo di l’artista, dall’altro.
Hörl pone nella scultura tutta la sua ricerca, non a caso cerca, attraverso la sua produzione, di usare iconografie ed immagini tradizionali al servizio di un approccio più democratico ed innovativo. Tutto ciò si riflette sia nel suo uso di prodotti industriali (ad esempio gnomi da giardino, pallet pesanti, scatole di stoccaggio, bidoni della spazzatura, tubi di plastica), sia nelle collaborazioni con specialisti provenienti da diversi campi come architetti e musicisti o persone comuni. Famosa è una sua installazione dove invitò a partecipare tutti gli abitanti della città coinvolta. L’intenzionie di Ottmar Hörl è quella di togliere “l’atto artistico” dal centro della sua produzione, perché questo, secondo il suo pensiero, è quello che più ha condizionato e in alcuni casi indebolito il mondo dell’arte.
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