Livorno, 4 dicembre 1889 – 25 febbraio 1973
Nato a Livorno da una famiglia di condizione modesta, Cafiero Filippelli inizia precocemente a lavorare, riuscendo tuttavia a diplomarsi alla Scuola d’Arte e Mestieri, dopo la quale frequentò, grazie ad una borsa di studio, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove conosce Giovanni Fattori e Galileo Chini. Nel 1922 ottiene il primo successo alla Primaverile Fiorentina, nel 1923 espone alla Quadriennale di Torino e alla seconda Biennale di Roma, nel 1924 e nel 1926 partecipa alla Biennale di Venezia. Fa parte del Gruppo Labronico. Autore di paesaggi, nature morte e ritratti; Filippelli è particolarmente apprezzato per i piccoli interni con scene di vita domestica e familiare, realizzati con luce artificiale, solitamente lumi a petrolio, che conferiscono all’ambiente un’atmosfera intima e calda.
Agli albori della sua carriera, per sostenere la famiglia accettò di lavorare in una fabbrica di letti in ferro come decoratore di testate. Nei momenti liberi continuò, però, a dedicarsi alla pittura ritraendo scene di intimità familiare, riprese sotto la luce artificiale della propria casa e, nei fine settimana, recandosi all’Ardenza e ad Antignano riproducendo pinete e paesaggi marini. La pittura di macchia, in particolare le atmosfere chiare e silenziose della Scuola di Piagentina ritornano già nei dipinti degli anni Dieci.
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