Livorno, 5 ottobre 1881 – Livorno, 15 gennaio 1959.
Nasce da un’umile famiglia a Livorno. Si forma qui con il pittore Lorenzo Cecchi, poi a Firenze all’Accademia di Belle Arti. Dal 1903 inizia un lungo rapporto con Vittore Grubicy De Dragon, teorico del “Divisionismo”, che diventa il suo punto di riferimento. Con la I Guerra mondiale è al fronte, poi deportato in Germania e liberato a inizio 1919. Nel 1907 espone a Parigi al Salon des Peintres Divisionnistes Italiens, organizzato da Alberto Grubicy, fratello di Vittore.
Nel 1920 muore Grubicy, di cui è erede. Negli anni successivi continua a esporre, soprattutto a Livorno alle mostre organizzate dalla galleria Bottega d’Arte e dal “Gruppo Labronico”, a cui aderisce, nato nel 1920 per raccogliere l’eredità di Giovanni Fattori e Mario Puccini. E’ questo per lui un periodo di importanti rassegne personali presso la Bottega d’Arte di Livorno (1923 – 1930), il Circolo di Cultura di Bologna (1927), la Galleria Scopinich di Milano (1935) e la Saletta Rizzi di Firenze (1935). Negli anni ’50 interrompe l’attività pittorica per una malattia agli occhi, che lo porta alla cecità. Bottega d’Arte e la Galleria Cocchini di Livorno organizzano nel 1957 le sue ultime mostre personali.
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